Fate/Stay Night No Sekai

Finale Alternativo Heaven's Feel, L'ho scirtto io, perché il finale originale personalmente mi fatto pena.

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MsZ 006
view post Posted on 14/1/2010, 14:15     +1   -1




Attenzione, contiene 99,9% di spoiler sull'ultima trama della visual novel!

A me il finale non è piaciuto, in attesa di Hollow Ataraxia ho voluto che Angra Manyu facesse la sua entrata in scena, e si sciogliessero i nodi più complessi della trama.


SPOILER (click to view)
Sento qualcosa. Un tuono lontano, forse ho visto un lampo.
Ma ormai, non riesco ad esserne sicuro. Non posso essere sicuro di aver udito qualcosa.
Clangore metallico. Il mio corpo si sta dissolvendo, ormai non sento più le mie braccia, non sento più le mie gambe;
è come se fluttuassi nel buio, con un grave peso sulle spalle: la mia esistenza, che ancora non si arrende a svanire.
La mia mente sta andando in frantumi.
La spada Azoth, che Rin aveva creato con tutta la sa magia, è andata in frantumi nel momento in cui Saber è scomparsa – di nuovo.
Ho usato quasi tutta la mia energia magica.
Stringo il sigillo attorno al braccio.
Ormai tutto ciò che mi resta sono il braccio di Archer e il mio corpo annientato.
Usandoli entrambi al meglio, forse potrei creare ancora un'ultima proiezione, però...
però lo so già.
Dopo un'altra proiezione, Emiya Shirou smetterebbe di esistere.

“Ri...der”

Mi alzo in piedi, sebbene le mie articolazioni siano pesanti e rigide come il metallo.
Probabilmente ora come ora potrei fermare dei proiettili. Mi viene da ridere.
Proprio ora che il corpo di Emiya Shirou sembra essere divenuto indistruttibile, esso stesso sta venendo autodistrutto, e la mente ancor prima.

“Rider... stai bene?”

Riesco a malapena a camminare.
Ma cammino.
Devo far finta di non sentire il dolore, di non vedere il sangue che scorre dalle mie ginocchia, devo ignorare il tubo di metallo che si protende da uno degli stinchi.
In fondo se stringo i denti, posso ancora riuscire a camminare.
Dalle profondità della caverna giunge un suono, ed è come se ne venissi attratto, con la stessa curiosità che può attrarre un bambino.
Cerco di raggiungere Rider, nel punto dove si è schiantata contro la parete rocciosa.
E' ancora lì, è coperta di ferite, e ormai quasi del tutto priva di energia magica.
Probabilmente non riuscirà a muoversi per un po. Devo lasciarla assolutamente riposare.

“Io vado avanti. Quando sarai di nuovo in grado di correre, raggiungimi.”

Sussulta.

“...Ugh-- a quano pare... tratti le persone peggio di quanto potessi immaginare...”

Ah, è sveglia.
Non potendo reggersi in piedi, si limita ad osservarmi da terra con occhi smarriti.

“Mi spiace, ma devo ancora chiederti di aiutarmi. Appena ti sentirai un po meglio, vieni ad aiutarmi.”

“--certo. Non preoccuparti... ti raggiungerò non appena... mi sarà possibile...”

Rider non si sforza.
Sa di non potersi muovere ora, sa che se lo facesse, rischierebbe di svanire.
Per questo mi serve il suo aiuto, perché anche adesso, diversamente da me, lei riesce a pensare più avanti.
Dalla grotta continuano ad arrivare tremiti e suoni allarmanti, sempre più spesso--
Devo andare.
Trascino il mio corpo, peante e ferito, verso l'oscurita della caverna, verso Tohsaka.

Appoggiandomi al muro, continuo a camminare.
In fondo sono solo irrigidito, sì, una volta che mi sarò abituato....
Dalla mia bocca esce il mio sangue.
Reprimo un conato, lo pulisco in fretta con una manica, e non sarà mai successo.
… una volta abituato non sarà nulla--

“Guh...ah”

Le mie gambe sono squarciate dall'interno.
Se osservo meglio posso vedere numerose lame trafiggere i miei muscoli irrigiditi. Dall'interno.
Ma alzo lo sguardo all'oscurità, affannando, vado avanti, disperatamente.


La mia mente ormai riesce a pensare solo ai frammenti della realtà, pochi sono i nomi che riesco a richiamare--
Saber, il Servant che ho tradito, il cui sangue è stato versato per mia stessa mano, un colpo che mi sembra quasi di aver inflitto a me stesso.
Tohsaka, la cui forza è riuscita a guidarmi sin qui.
Sakura.
E poi, il Servant vestito in rosso, l'uomo le cui spalle mi hanno spinto a guardare avanti, l'uomo da cui è nato questo nuovo Emiya Shirou, il Servant A-----
------
Non lo ricordo. Non riesco a rammentarlo. Ma in fondo è normale, se penso che solo per mettere un piede davanti all'altro mi sembra di compiere uno sforzo vertiginoso;
è una sensazione vivida, una premonizione: so che più mi avvicino alla fine della grotta, tanto più la mia vita svanisce, come se stesse evaporando.

Ma devo andare avanti.
Anche se la mia mente sta venendo distrutta dal mio stesso corpo, il mio animo mi sospinge ancora avanti, non sente fatica, non sente dolore: fatica e dolore non sono nulla davanti alla determinazione, al sapere che c'è qualcosa che deve essere fatto.

“Sakura-”

L'ho giurato. L'avrei protetta. L'avrei salvata. Tutta la strada percorsa sinora non avrebbe senso se crollassi adesso. Tutti i loro sforzi sarebbero stati vani. I---, S----,......
E' inutile. Continuo a dimenticare. Eppure so che loro sono esistiti, so che loro hanno dato la loro anima perché giungessi sin qui.

“Mi spiace... non ricorderò i vostri nomi, ma giuro che non vi tradirò ora”

mormoro tra me e me, come se volessi essere sicuro di saper ancora parlare, di poter ancora udire la mia voce.

Non so quanto tempo fosse passato da quando il Servant in nero era stato ucciso – di nuovo;
vengo colpito da un vento caldo, lo spazio di fronte a me si apre.

“-- bene.”

Mi do un colpo sulle guance e comincio a correre.
Fuggo dall'oscurità.
Adesso dagli stretti cunicoli si apre una distesa deserta, di dimensioni al di là di quanto possa essere possibile, una stanza sotterranea sommersa dal buio; solo il rosso scarlatto della magia che è nell'aria rischiara le tenebre, e mostra una stanza circolare di – possibile? – almeno sei chilometri.
In lontananza, appare una luce rossa.
No.
Non è luce. E' buio. La cosa che vedo come luce è qualcosa di oscuro, un'energia negativa tanto forte da rendersi tangibile, quasi palpabile, mentre mi avvicino diventa soffocante. Un'aura rosso sangue che avvolge.... circonda.....
Lo vedo.
E' lì, come l'ho sempre visto nei miei incubi.
Una deforme colonna nera che trabocca disperazione, rabbia odio, in altezza pare voler unire cielo e terra, crescendo dal cuore del pianeta e tendendosi al cielo, come una pianta inquieta, l'Albero della Vita.

“---e quello... quello sarebbe il Santo Graal!?”

Il meccanismo che si muove da secoli, l'origine di questa nuova vita, il Santo Graal.
Dai bagliori rossi si distingue una sorta di altare di pietra monolitico, immenso, ergersi ai piedi della colonna nera, una parete di roccia vertiginosamente alta.
Il mio respiro è affannoso, e la mia voce svanisce nella magia che è nell'aria.
Ma il mio terrore è troppo grande.
L'ho già visto.
Non la landa deserta, non nei ricordi di Ilya,
la colonna Nera.
Quella, per qualche motivo, la ricordo, anche se non vorrei.
Era lì.
Quando io ero avvolto dalle fiamme,
ogni volta che chiudevo gli occhi,
l'ultima cosa che ho visto prima del mio nuovo padre.
Era lì.
Era avvolta dalle fiamme, splendeva come un sole nero.
L'artefatto che può realizzare qualunque desiderio... in fondo non è errato.
Anch'io, tanto lontano dal potermi definire magus, posso carpire la quantità di energia magica proveniente dalla colonna.
E' infinita.
Il tempo di una vita – no, neanche tutti i magi del mondo insieme potrebbero esaurire una quantità simile di energia magica.
E' illimitata.
E adesso
è qui.
Davanti a me.
La luce che illumina il deserto.
Ora però, so che non devo esserne terrorizzato.
Non posso cadere tra le macerie e aspettare che un uomo dal viso stanco mi prenda tra le sue braccia.
Adesso devo andare avanti.
Il centro che porta al centro, il circuito magico circolare ed infinito.
Il cuore del Mondo,
Heaven's Feel.
Devo distruggerlo.

“--e salvare Sakura.”

E' chiaro.
Di una chiarezza allarmante.
Quando una semplice domanda – 'come?' – affiora nella mia mente, decido di dimenticarla.
Una sensazione opprimente e terribile si fa strada nel mio cuore:

“Sta per nascere.”

Il caldo vento che mi copre è il suo respiro,
Un passo dopo l'altro, un clangore metallico.
Dal cuore della caverna giungono lampi e tuoni, suoni di natura indefinibile--
Roba del genere...
può essere solo Tohsaka.

“Il che significa... che stai facendo sul serio, eh?”

Sulla sommità della colonna, il vortice immobile, il buco nero, il sole eclissato, sembra guardarmi, seppur privo di occhi.
Le sue oscure sensazioni primordiali sono chiare. Per ragioni assurde riesco a capire che ciò che desidera è poter nascere subito, poter uscire adesso; ciò che sta facendo Tohsaka lo sta contrariando.
Poiché il suo corpo è ancora incompleto, e Tohsaka sta cercando di distruggerne la culla, l'utero in cui sta venendo generato, la colonna stessa. Sakura, il suo collegamento al mondo reale.
Vuole venire al mondo, anche con un corpo costruito di fretta, vuole esistere come un Servant con un corpo proprio, abbandonare il mondo di ombre in cui si trova rinchiuso.
Non è per nulla diverso da qualunque forma di vita.
Ciò che lo spinge a combattere è l'istinto di sopravvivenza.

“...che vada a farsi fottere all'inferno.”

Corro, in una lampa di luci e ombre, un combattimento di immagini e suoni distanti, riflessi dalle pareti di roccia viva;
posso riconoscere quelle ombre, così come le luci mi conducono a Tohsaka, le ombre...

“----Sakura----?”

Solo quando sono abbastanza vicino da esserne sicuro...
la caverna viene inondata di luce.

Il mondo diventa bianco.


Il tempo nella stanza è immobile.


Mi sovviene una sola possibile causa per quel fenomeno.
Quando il tempo riprende il suo corso, la grotta sembra essere precipitata in un'ombra ancor più tetra, un rumore lamentoso e indefinito, profondo, riecheggia nella caverna.
E' un verso primitivo, un rumore mostruoso, ma ha un che di infantile.
Sì, come il pianto di un bambino.
E mi sembra di capirne il significato, le parole occulte.
'Sorella' – sta gridando.

Con questo pianto, il mondo trema.
Non trema a causa della luce che ha colpito le pareti.
Trema perché colpito ad un livello ancora più profondo e basale.
E' l'ombra che cerca di nascere.
E sentendo il pianto di Sakura, quello che mi si pone davanti agli occhi, è il peggior scenario possibile.
Un brivido mi percorre la schiena.

“Tohsaka... Tohsaka, Tohsaka...!!”

Corro.
Tutto ciò che so è che devo correre;
mi arrampico quasi a quattro zampe sulla ripida piattaforma, ignoro i rumori e la terra che si scuote dietro di me, fino a giungere davanti alla base della colonna, un grande altare di pietra.
Su di esso, due figure.
La prima, in piedi, immobile, il suo nome è la cosa più chiara che adesso io possa conoscere

“Sakura!!”

Freme, si alza, si volta
Posso vederlo. I suoi occhi scuri, immersi nelle lacrime.
Ma sono i suoi, i suoi occhi.
Gli occhi dolci
e tristi e gioiosi e spensierati e smarriti e afflitti
della Sakura che conoscevo

“Se... Sempai..!”

La sua voce è lontana, rotta dal pianto, coperta dal rombo inesistente della magia nell'aria.
Quando si volta verso di me, riconosco la persona tra le sue braccia, la figura inerte.
Il mio cuore manca un battito, il mio corpo è percorso da un violento sussulto;
quando pensavo di aver dimenticato quel nome, esso esce dalle mie labbra, flebile, irreale

“...Rin”

E' lì, tra le braccia della dolce Sakura, il colore rosso del suo sangue si è mescolato a quello del vestito, i suoi occhi sono socchiusi, le labbra sono immobili.
E' come se fossi colpito nella testa, vengo come svegliato; il dolore non c'è più, la fatica svanisce, la mia voce adesso risuona chiara, i miei occhi vedono

“RIN!!”

Corro. Non me ne rendo conto, mi sembra la cosa più naturale del mondo, e forse lo era, una volta.
Non posso vedere il suo volto, coperto dai lucenti capelli neri, non posso, non posso.
Somiglia ad un fiore caduto dal suo stelo.
Quando mi avvicino, la ragazza coperta di magia nera si allontana.

“Sakura”

“L'ho uccisa... lei voleva aiutarmi... si preoccupava per me... e io l'ho uccisa...!”

Sakura non sta parlando con me.
Sta rifiutando tutto.
Il suo stesso corpo, coperto dal sangue di Tohsaka, il suo lato oscuro, la colonna a cui è collegata--
Sta maledicendo tutto con tutto il suo coraggio.

“Sono una stupida... mi dispiace... mi dispiace... Ormai posso solo soffrire... Mi hai sempre detto di non arrendermi... sempre... mentre io... io ti ho tradito... Sempai, tu hai creduto in me, ma io ho continuato a tradirti per tutto questo tempo---”

L'ombra sta costringendo Sakura.
Il nero Incantesimo di Comando, la magia nera che la ricopre, avvolge e intrappola il corpo di Sakura, vuole costringerla.

“...No... devo fermarlo... ma... anche così... non posso... non potrò mai tornare indietro...!
Però no... non voglio...!”

---la sta rigettando.
Sta rifiutando l'ombra che l'avvolge.
Sta maledicendo sé stessa, rifiutando le tentazioni dall'ombra,
--e cercando di uccidersi.
Ma non può.
L'ombra non glielo permette.
Sakura è un ospite necessario.
Angra Manyu non può permetterglielo.
Sakura sta venendo schiacciata sia dall'ombra che dalla sua stessa coscienza.

“............”

Questo significa che--

“--Tohsaka ha vinto.”

Sakura è tornata ad essere Sakura, ha riottenuto la sua anima.
In fondo, Tohsaka ha scelto la salvezza della sorella.
Non importa quanto l'ombra possa coprirla, Sakura resta Sakura.
Finché il suo cuore resta puro, si può ancora tornare indietro.
Eppure, tutto questo è colpa mia.
Se non ne avessi avuto paura, se l'avessi capita, se l'avessi aiutata prima... tutto questo non sarebbe successo. Mai.

“...!”

Un movimento.
Corro da Tohsaka, a terra--
respira ancora.

“Sakura. Tohsaka è ancora viva.”

“...!?”

“Non l'hai uccisa. Si può ancora salvare – no, si deve salvare. Noi dobbiamo salvarla. Non è così, Sakura?”

“Ah... eh...?”

Ai suoi occhi smarriti torna la luce.
La magia che l'avvolge sembra allentarsi--
Guardando me e Tohsaka, finalmente, Sakura sospira sollevata.
Una vibrazione- l'ombra si scuote

“No...! Scappa, Sempai!”

Sakura cerca disperatamente di controllarla, ma l'ombra alle sue spalle si allunga dal suo corpo e punta al mio.
Con la schiena faccio scudo al corpo di Tohsaka, e sento l'ombra colpirmi svariate volte prima di provare dolore; difficile dire se sia per una mancanza del mio corpo o sia per Sakura che cerca di deviare i colpi. L'ombra si rafforza contro la volontà di Sakura, emergendo dietro la sua schiena con i suoi arti bidimensionali, simile ad un mostro marino che emerge da un abisso di tenebra.
- Bastardo -
Non è neanche ancora nato, e già sa difendersi tanto bene eh...!?

“Capisco. E' colpa di quel piccolino che non intende arrendersi.
Sta gettando una maledizione perché non vuole che tu vada via.
Aspetta.
Ci penso io a dargli una lezione e togliertelo di dosso--”

Mi rimetto in piedi.
Mi volto verso Sakura. Comincio a camminare verso di lei.

“Eh...!? No... non ti avvicinare, Sempai...!”

L'ombra mira al collo, ma l'urlo di Sakura fa sì che mi sfiori appena il viso.
Per quanto Sakura soffra e si dimeni, anziché fermarsi, le ombre aumentano.

“No... uh...!”

Sta piangendo.
Sakura sta piangendo.
Non è per l'ombra che la sta divorando.
Sta piangendo per la frustrazione, la frustrazione di non potersi fermare, di non potersi più controllare.

“Sempai... fermati...! Non ci riesco... non posso controllarla! La sorellona ha cercato di aiutarmi, ma non riesco a fare nulla...! Sono solo... una codarda... un'ipocrita... una persona terribile!”
Un altro passo- l'ombra mi colpisce una guancia, con la violenza di uno schiaffo tagliente.

“No... Sempai! Perché continui a... così morirai!”

Le lacrime sul suo viso, vengono illuminate di rosso.

“Scappa... ti prego.
Scappa, prendi la sorellona e scappa! Lasciami qui, io... io morirò qui!
Posso almeno morire da sola!... Io... io non voglio che tu mi veda così”

“Adesso stai zitta!”

“...!”

Sakura mi fissa, interdetta.
La mia avanzata la ferisce fisicamente e mentalmente.

“Smetti di dire idiozie”

Il mio braccio destro si muove verso la spalla sinistra, altri due colpi rimbalzano sui miei fianchi.

“Non lascerò che questo dannato bastardo ti abbia. Smetti di dire cose come 'morirò', 'non voglio che tu mi veda così', smetti di darti dell'ipocrita, smetti di condannarti--”

Il pugno si stringe sul sigillo rosso.

“Perché!? Perché non mi ascolti!? Non... non mi tratterrò più... se ti avvicini ancora... ti ucciderò! Ti ucciderò io prima che tu possa uccidermi!”

“Mi ucciderei prima di ucciderti.”

“S...Sem...pai.”

Gli occhi di Sakura sono specchi di lacrime.

“Non devo spiegarti nulla. Ti tirerò fuori da qui, tu e Tohsaka. Io vi salverò entrambe. E' quello che ho promesso, no? Io sono un supereroe... ricordi?”

Un colpo affonda nl mio stomaco, l'afferro con la sinistra e strappo via l'ombra. Sangue. Sangue ovunque. Il mio stomaco non è ferito, la mia mano nemmeno.
L'aria, i miei occhi. Tutto sembra coperto di sangue.
Senza rendermene conto, ho già strappato il sigillo dal braccio.
Strappato.
Non si torna indietro.

“Non capisci... io... non posso essere salvata... Io... non devo essere salvata... questo è il prezzo per ciò che ho fatto!”

Un altro passo.

“Ho detto smettila! Sai che ti dico? Forse sulla codarda posso darti ragione! Come puoi pensare di cancellare ciò che hai fatto con la morte!?--
No, non te lo permetto!
Non puoi lasciare questo mondo per cancellare le sue disgrazie.
Dovrai conviverci, dovrai far sì che sia il mondo a perdonarti!
Il passato non si può cancellare, e non possiamo laciare che sia lui a scrivere il nostro futuro!!”

“Sempai... io... non posso...! Non posso tornare indietro! E... anche lui... non me lo lascia fare! Non mi lascerà tornare indietro!”

Angra Manyu

“E poi... io ho ucciso, Sempai! Capisci!? Ho ucciso, ucciso della gente!
Ho ucciso Shinji, ho ucciso il nonno, e anche... anche la sorellona...!”

Devo andare avanti. Devo raggiungerla, prima di sparire.
Le ombre continuano a colpirmi, ripetutamente, la spalla, il braccio, la gamba, lo stomaco, il fianco, e ogni volta non mi trafiggono, ma vengono deflesse in un mare di scintille, producendo un continuo clangore metallico.

“Non è vero. Non sei stata tu.
La Sakura che conosco io, la Sakura dal sorriso dolce, la Sakura che mi sveglia ogni mattina, la Sakura che cucina con me, la Sakura che ho amato finora non può fare questo, non ne sarebbe mai capace. La Sakura che io amo è una persona magnifica.”

“Sempai...”

Chiude gli occhi--

“Ti voglio bene.”

Ora lo so. Quei momenti possono tornare. I momenti in cui ho potuto sfiorarla timidamente, quando abbiamo dormito abbracciati, le mattinate insieme andando a scuola, non sono finite.

“Trace--”

C'è una sola arma capace di cancellare questo presente.

“--On!”

In un lampo di luce, nel mio pugno appare Rule Breaker, la Noble Phantasm di Caster, il pugnale capace di sciogliere il contratto tra un Servant e il suo Master.

“Ti fidi di me?”

“Sempre.”

La lama colpisce il petto di Sakura.
L'ombra attorno a lei vibra, si contorce, di dissolve in un'esplosione di luce bianca;
la veste di magia nera svanisce, e la luce si riflette sulla sua pelle bianca.
Il suo corpo nudo vacilla, cade tra le mie braccia insanguinate.
Ma non importa.
Non importa il dolore, non importa la sofferenza, non importa il passato, neanche la colonna nera che urla;
Sakura è tornata, è tornata da me.
L'ho salvata, così come lei ha salvato me.
Le sue braccia mi stringono forte, abbastanza da farmi capire di essere l'unica cosa che può continuare a darle la gioia di vivere.

“Ah...! Sempai... il tuo corpo è...!?”

“Sakura. Ascoltami. Adesso dovete uscire di qui. Prendi Tohsaka e corri fuori di qui, più avanti troverai anche R... R...”

“Sono qui--”

Quando mi volto, il Servant dai lunghi capelli scuri è dietro di me, Tohsaka è appoggiata a lei, priva di sensi, ma ha smesso di sanguinare. Lei è un Magus legittimo della famiglia Tohsaka, il suo Sigillo Magico non la lascerà morire così facilmente. Mi sfugge un sorriso, ma gli occhi mi si riempiono di lacrime.

“Mi spiace, non lo ricordo. Posso ancora fare affidamento sulla tua velocità?”

“Rider.”

“Non dovresti avere problemi a schivare le frane. Ti prego, porta Tohsaka in un posto sicuro, per lei ogni minuto è importante ora come ora. E porta con te anche Sakura, o questo dannato potrebbe cercare di riprendersela.”

“E tu?”

“Porta prima in salvo loro.”

“Capisco. Però poi tornerò a prenderti. Tu sei vitale per Sakura, tanto quanto Rin.”

Con un cenno como di-- tristezza?, si avvicina a Sakura.

“Aspetta--”

Arrossendo, mi tolgo la giacca per darla a Sakura, ma quando la poggio sulle sue spalle femminili, mi rendo conto che è coperta di sangue.

“Ah... no--”

Sakura ferma il mio indugiare, con le sue mani sulle mie, indossa la giacca, e siamo di nuovo abbracciati. Ancora una volta, è una gran sofferenza dover lasciarla, non poter prolungare quel momento, ma--

“C'è ancora una cosa da fare.”

Mi volto verso la colonna, che urlando, fremendo, maledicendo, emette nell'aria un potente istinto omicida.
E' cresciuta troppo. Ormai può nascere anche senza il corpo di Sakura, un'assurda maledizione chiamata Angra Manyu, “Tutti i Mali del Mondo”, ormai gli basta fare affidamento sull'energia assoluta del Graal.
---lo distruggerò.
L'energia che sta scaturendo dalla sua colonna, il tremore della sua nascita, sta distruggendo la caverna. Ma sono sicuro che se anche la caverna cadesse, lui verrebbe comunque al mondo.
Per questo devo distruggerlo, io, qui, e adesso.
Quando anche Sakura capisce le mie intenzioni, non fa in tempo a cercare di fermarmi.
Rider la solleva con un braccio, e tenendo in spalla entrambe le sorelle, corre verso l'uscita con una velocità che non posso dimenticare. La sua voce svanisce sotto il rumore della roccia roboante.
Ora che Sakura si sta allontanando da questo inferno, tiro un sos---

“Ah---guh”

Non ci riesco. Respirare è sofferenza.
Un dolore lancinante vibra da ogni costola quando cerco di prendere aria. Il mio respiro brucia.
La mia vista è discontinua. La realtà davanti ai miei occhi appare a frammenti, ho perso il senso del tatto. I miei muscoli e i miei organi interni sono trafitti da lame e diventano metallo a loro volta. Le mie braccia pesano tonnellate, la sinistra... non la sento più.
Quell'ultima proiezione ha portato il mio corpo al limite estremo--

“Allora non resta che... sorpassarlo.”

Parlo tra me e me. Parlo per confermare la mia fisicità. Per essere sicuro di essere ancora al mondo.
Non dovrei. Devo focalizzare ciò che resta di me su una sola cosa.
Angra Manyu.
Devo far sì che non venga al mondo.
Se nascesse, non potrei mai fermarlo.
Ma fintanto che è ancora nella colonna nera--
mi basta distruggerlo. Lanciare a distanza zero il colpo più potente che Emiya Shirou possa generare. Con la forza del braccio di A-----, la Spada Sacra C------ di S----.
Quindi adesso, devo solo pensare a camminare.
Camminare.
Camminare.
Camminare---
Ho fatto un passo.
Ta un passo e l'altro scorre l'eternità.
Ogni movimento è dolore.
Ma dimenticare il dolore del passo prima mi porta a sospingere il passo dopo.
Cento metri diventano settanta.
Il terreno trema.
Poi cinquanta.
La luce si offusca.
Trenta.
L'aria brucia.
Venti.
Il mondo è ombra.
Quindici---
Quando sono alla base della colonna, la mia mente mi gioca un brutto scherzo.
Davanti a me c'è l'ultima persona che mi aspetterei di vedere ora, eppure, mi sembra quasi un luogo appropriato.

“K... Ko... Kotomine... Ki... Kirei.”

No. E' un'allucinazione. Lui è sparito nella foresta, dovrebbe starsene nella sua maledetta cappella che puzza d'incenso, in un ristorante cinese a mangiare mapo tofu. Non può essere qui.

“Emiya Shirou.”


---è qui.

E' lontano.
La mia vista non riesce a metterlo a fuoco, la sua sagoma si perde nel buio
della colonna dietro di lui, ma capisco che lui è davvero qui.
Il suo cuore.
Dove dovrebbe esserci il suo cuore... c'è il vuoto.
O... no.
C'è l'ombra.
L'ombra nera lo circonda, e palpita al posto del suo cuore.
Il suo cuore non c'è più.
Anche se la mia mente ormai sta svanendo, anche se la mia vista è offuscata, riesco a capire
che il Kotomine Kirei che ho davanti non è più vivo.
E' un cadavere che non ha ancora accettato la propria sorte.

“Ti stavo aspettando.”

---ma i cadaveri non parlano. Non da soli.

“Tu...”

Non riesco a dar forma ad una domanda. Perché sei qui, come, perché sei vivo...!?

“Sta per nascere. E io sono qui come testimone di un evento epocale.
Angra Manyu sta finalmente per venire al mondo, questo mondo fatto di perbenismo, finzione e buonsenso... Normalità.
Questo mondo non è preparato per il suo avvento. E' per questo che sono qui.”

Per fermarlo-?
No.
Me lo dicono i suoi occhi.
Kotomine desidera che lui nasca.

“Per...chè...!?”

“Angra Manyu. Lui è un Servant che incarna il Male stesso.
Tutti i Mali del Mondo.
Lui è qualcosa di diverso. Per voi lui non è normale, perché dite che sia malvagio.”

“...?”

“Ebbene? Se non è neanche nato, come potete dire che sia malvagio?”

“...!”

Come posso dire che sia malvagio!?

“Se è malvagio!? Come faccio a sapere che è malvagio!?
E' da lui che è cominciata questa follia omicida! E' a causa sua se Sakura ha sofferto, se ho perso Saber, è colpa sua se ora Tohsaka rischia la vita, se una bambina come Ilya è stata trascinata in una guerra insulsa!--”

“Di cosa stai parlando.”

I suoi occhi si oscurano. La sua espressione mi sta disprezzando. La voce mi viene fulminata.

“Non è per sua scelta. Non è stata una sua scelta diventare Tutti i Mali del Mondo.
Non è stata una sua scelta dover uccidere per venire al mondo.
Lui è un essere vivente come tutti gli altri, non ha diritto alla vita più o meno di te, o Sakura, o Tohsaka, o dei vermi che infestano questo mondo.
Il Male.
Come fate a dire cosa sia il male?
Per lui quello che per voi è il Male è gioia incommensurabile.
Quello che per voi è male per lui è solo l'inizio.
Volete negargli a prescindere la possibilità di venire al mondo,
di mostrare chi sia veramente, di cambiare, se questo è davvero possibile...?”

Non ho parole.

“Kotomine...! Come puoi essere tanto cieco! Lo senti anche tu, lo senti, sei un magus no?!
Lo senti l'istinto omicida che viene da quella cosa?!
Se lo lasciamo venire al mondo, nulla potrà mai ostacolarlo!”

“Perché credi che debba essere ostacolato?
Quello che lui ora sta versando su di te, è semplicemente ciò che tu stai dando a lui.
Dici che è male perché vuole ucciderti.
Eppure, non sei tu quello che per primo sta cercando di ucciderlo?
Questa è ipocrisia bella e buona.”

Basta. Hai parlato abbastanza.

“---Kotomine. Puoi far valere la tua filosofia quanto vuoi, ma non cambierò idea.
Lo distruggerò con le mie stesse mani.”

Kotomine... sorride?
No, è più un ghigno.

“No, hai ragione...
Non mi aspettavo che tu capissi.
Ma non posso lasciartelo fare.
Io mi faccio protettore di Angra Manyu, in nome dei miei ideali.
Se io ora ti laciassi andare, mi mostrerei il peggiore degli ipocriti, negherei i miei ideali di vita.
Se tu vuoi negare i miei ideali, allora dovrai uccidermi, a tanto equivale.
Se tu vuoi fermarmi... se tu vuoi che Angra Manyu non si mostri al mondo per quel che è...
Allora dovrai mostrarmela... mostrami la forza dei tuoi ideali!
Mostrami fin dove ti porta, dimostrami che sto sbagliando!”

“...
---In qualche modo... sapevo già che sarebbe finita così.
E sia.
Ucciderò te, e con te ucciderò il bastardo che ti sta dietro!”

L'ultima battaglia ha inizio.
La carica di Kotomine appare fulminea ai miei occhi. Non ha con sé le sue spade, ma i suoi pugni ora come ora sono armi più che mortali.
E anche io sono disarmato.
Non posso proiettare nulla, se creassi un'arma adesso, sarebbe la mia fine.
Il primo pugno arriva al mio fianco, scaraventandomi di lato come fossi di paglia.
Solo che la paglia non emette un orribile suono metallico.
Mentre cado, dalla mia bocca esce altro sangue.
Non farei in tempo a proiettare un'arma.
Il prossimo colpo sta già arrivando.
E' il mio istinto a farmi rotolare, il pugno di Kotomine polverizza il terreno dove un secondo prima poggiava la mia testa.

Due uomini che hanno dato la loro vita per i loro ideali, e ora combattono solo per dimostrare il valore delle loro scelte, per non vanificare tutti quegli sforzi, quelle fatiche e quelle speranze su cui poggiano le loro esistenze.
Un uomo che ha rinunciato a sé stesso per gli altri, uno che ha rinunciato agli altri per poter continuare a vivere.
E' vero. Il vincitore di questa battaglia sarà solo colui che crede fermamente in quel che ha fatto, nelle scelte compiute, nelle proprie speranze.
Eppure, entrambi sanno, sanno che la loro vittoria non li porterà a niente.
Nessuno dei due potrà giungere a realizzare i propri ideali.
Sofferenza senza guadagno.
Eppure combattono.

“Perché lo fai... perché sei disposto a tanto, Kotomine!?”

Schivando un altro colpo, il mio pugno va a segno, sento due costole spezzarsi.
Ma lui non se ne rende conto. Semplicemente, infrange il suo pugno contro il mio sterno.

“Non c'è un perché. Così come tu guadagni la tua serenità nel vedere le persone felici, io sono sereno nel vederle soffrire, nel vedere il vero volto di questo mondo.”

E' questo il vero Kotomine.
E' pazzo.

“Emiya Shirou. Tu non puoi parlare di bene e male. Gli esseri umani non possono arrogarsi questo diritto. Alla nascita, non ci si può macchiare del male, perché non lo si conosce.
Con la saggezza, sovviene il male. Così come non c'è luce senza tenebra.
Certe scritture dette sacre, dicono che gli essere umani sono superiori agli angeli.
Poiché gli esseri umani conoscono il male, ma scelgono loro la via da intraprendere.
Al contrario, gli angeli non conoscono che il bene. Ma anche un demone può piangere, così come un santo può mostrare crudeltà.
Contraddizione. Ecco su cosa si fonda il mondo. Su di una cosa e il suo opposto. Le vie di mezzo sono solo ipocrisia.
Io ho scelto la mia strada.
Non puoi accusare del Male qualcosa che non è ancora venuta al mondo.
Non esiste una nascita già malvagia, che nessuno possa volere.
Io desidero che Angra Manyu venga al mondo.
Non lo si può punire, fintanto che non sarà vivo.”

“Ma lui è malvagio. E' destino che lui uccida, uccida le persone, allora perché vuoi che lui nasca?!”

“E' vero. E' la sua natura ad essere malefica a prescindere. E' qualcosa che le persone hanno creato per essere malvagio, e tale egli è.
Tuttavia, per quanto le sue azioni possano essere malvagie, non possiamo ancora sapere cosa ne pensa lui stesso, cosa provi verso le sue mani lorde di sangue.”

“Eh...?”

In quel momento, un calcio mi scaraventa a terra.
Cosa Angra Manyu pensa delle sue stesse azioni...?

“Esattamente. Se lui si senta colpevole e si penta per ciò che fa, o se consideri ciò divertente e ci rida sopra, non è qualcosa che possiamo presumere da soli.
Ciononostante, lui è comunque stato creato per essere malvagio, anche se fosse malvagio, se non avesse dubbi, se non esitasse sull'esserlo, non potrebbe essere considerato il male.”

“Cos...?”

“Coloro che non sono desiderati sin dalla loro nascita.”

Un mio pugno colpisce l'avambraccio di Kotomine. Il suo radio si è spezzato.
Ma lui non sente dolore.

“Una volta che fosse nato, una volta che avesse distrutto tutto, e fosse rimasto solo, si pentirebbe delle proprie scelte?
E' questo, ciò che davvero voglio sapere.
Se essere vivo, così come me e te, sia un crimine da solo, poiché si è diversi da tutti gli altri.
Per questo, sono giunto fin qui. Per questo ho ucciso tuo padre e lasciato Sakura Matou vivere, per poter giungere a questo momento, perché lui nascesse, per poter avere questa risposta.
Può davvero un solo momento, negare la falsità di una vita intera?
---E' questo il mio obbiettivo assoluto. Per questo noi due siamo opposti, eppure così simili.
Io ho un desiderio che va contro l'intera umanità, e tu non hai desideri per te stesso.”



Non lo comprendo.
Il suo desiderio è troppo lontano da me per poterlo comprendere.
Solo una cosa, riesco a capire una sola cosa-

“Tu... solo per questo hai... hai usato Sakura, hai lasciato che soffrisse--
E hai ucciso mio padre...?”

“Esattamente.
Per questo fine, ho sacrificato numerose vite.
Per questa sola risposta, ho vissuto fino adesso, questo è stato il mio vivere.
Io ho vissuto col solo scopo di poter avere questa risposta”

I nostri pugni si scontrano.
Le mie falangi di metallo si piegano in modo orribile, le sue, vanno in pezzi.

“Per questo, non cambierò idea neanche in punto di morte.”

Affermando questo, porta il suo sguardo dritto ai miei occhi.

“...capisco.”

E' per questo.
E' per questo che ho odiato sin dal principio Kotomine Kirei.
Ho dovuto odiarlo, per non accettarlo.
Per non accettare il fatto che noi due siamo uguali.
Entrambi ci riteniamo dei peccatori, e lottiamo con tutte le nostre forze per ciò in cui crediamo, per liberarci da queste catene.
Entrambi sapevamo che non saremmo mai stati liberati, ma sentivamo che la strada che stavamo percorrendo ci avvicinava alla redenzione e alla libertà, che non ci sarebbe mai stata concessa.
E anche se fosse in punto di morte, non potrebbe cambiare.
Perché come me, lui sa vivere solo così.
Non ha mai percorso un sentiero differente.

“Ora capisco perché non cederai tanto facilmente.”

Il peso sulle mie gambe si sposta, le mie spalle ruotano-

“Se davvero sei come me-”

il mio pugno avanza fendendo l'aria-

“---allora non rinuncerai mai!!”



Il mio pugno va a vuoto.
Kotomine lo schiva, e io sono a terra, non so come.
Lui invece, torreggia su di me.
Dietro di lui, si erge la colonna nera, si prende gioco di me.

“No. Non lo farò.
Ma solo adesso realizzo... che questo è anche un modo di ostentare la mia rabbia.
La verità, la verità è che io invidio le persone normali.”

“...ah...?”

“Ciò che vedevo, ma non potevo ottenere. Ciò che ottenni, ma non otevo ottenere.
Molte cose mi sono scivolate tra le dita, non importa come cercassi di raggiungerle--
Quella realtà che inseguivo è sempre stata lontana dalle mie mani. Non importa quanto mi sforzassi, quanto mi spingessi in avanti.
Venivo raggirato dal mondo, era lì, davanti a me, ma non potevo averlo.
Una vita normale.
Non mi è mai stata data.
Ciò che le persone chiamano 'felicità'
Per questo, adesso odio quel mondo.
Non mi portava alcuna gioia.”

Per questo è vuoto. Perché era davanti ai suoi occhi, vedeva le persone essere felici, ma non poteva ottenere la felicità egli stesso. Per questo, l'unico modo che trovò per vivere, era portare morte.
Come potrebbe abbandonare adesso quella strada?

Mi rialzo in piedi.
Lui mi osserva con apprensione.

“Capisco. Kotomine. Ti ho fatto solo perdere tempo. E a nessuno dei due ne resta molto.”

La battaglia inizia ora.
Riprendo a respirare.
La forza torna nel corpo di Kotomine.

“Haaa...!”

Con una velocità che non posso più permettermi, Kotomine lancia il suo attacco.
Questa non è una battaglia tra magi, non c'è magia, strategia, trucchi o tattica.
Ci siamo solo noi due, le nostre mani, i nostri corpi, le nostre anime-
E i nostri ideali.

Con tutta la mia forza, sferro un pugno diretto al suo collo, ad una velocità che lo renda inevitabile--

“-guh...!”

Ma sono io a venire colpito.
Una velocità simile. Il mio nemico per un attimo è svanito ai miei occhi, riapparendo al mio fianco, e infrangendo il suo palmo contro il mio stomaco--
Le sue gambe colpiscono la mia schiena mentre cado--

“Haa--------guh!!”

Non credevo di poter soffrire ancora.
I suoi calci sono come esplosioni.
Era da un po che non sentivo un dolore tale da farmi perdere i sensi.

“Ah...”

Di quanti metri sono stato sbalzato?
Il colpo era abbastanza forte da staccarmi la testa.
Il secondo avrebbe dovuto polverizzare i miei organi.

“Dan—nato...!”

So cosa sta facendo. Non può ferirmi dall'esterno.
Per questo cerca di distruggermi dall'interno.

“Un prete che usa il Kenpo Cinese...!?”

E ne è anche ben capace.

“Affatto. La mia è solo un'imitazione del Taolu. Ma a quanto pare, è abbastanza contro un uomo morente.”

“Bastardo!”

Riguadagno le due gambe, ordinando ai miei arti di piegarsi.
Kotomine osserva i suoi pugni, coperti di sangue.

“Che razza di corpo che ti ritrovi. Persino chi attacca si ritrova a rischiare la propria vita solo per farlo.”

E' questo-- il prezzo che ha dovuto pagare per colpire un corpo fatto di spade.
Focalizzo la mia mente e fronteggio il nemico.

“Dunque in fondo, questa non è una battaglia tra il più abile--”

Il suo pugno scatta di nuovo-

“E' una battaglia con i nostri stessi corpi...!”

Si avvicina.
Kotomine è molto più forte di me.
I suoi pugni non cederanno.
Di questo passo, la clessidra stessa esploderà prima che la sabbia possa scendere.
Non posso permetterlo.
C'è una sola cosa che posso fare.
Devo essere più veloce.
Non devo distogliere lo sguardo dal nemico che si avvicina.
Devo essere più veloce di prima, più veloce di lui.
Nelle mie orecchie vibra solo il suono del mio cuore.
Il rumore delle rocce che crollano dal soffitto non esiste più.
Colui che devo sconfiggere è davanti a me.
A confronto con questo, il potere di un artefatto frutto di un desiderio secolare e la fine di questo piccolo mondo sono nulla.
Per Emiya Shirou.
L'ultimo obbiettivo è abbatere questo nemico.

Il suo palmo si schianta contro di me, non importa di cosa sia fatto l'esterno, il suo attacco è un affondo che colpisce al mio interno, trafiggendomi senza pietà.
Ma stavolta, il mio colpo va a segno.
Non lo sente.
Non lo avverte.
Il secondo pugno, lo schiva.
Il terzo, lo para.
Mentre i suoi colpi non fanno altro che colpirmi e farmi un male cane.
Sono sovrastato.
Ogni volta che mi colpisce, la mia vista si copre di bianco.
Non è la sofferenza portata dalle sue mani.
E' l'elettricità che inonda il mio cervello quando il braccio sinistro cerca di curarne le ferite, sovrascrivendo questo corpo con la magia che non gli appartiene.
Uno, due, altri tre fendenti.
Mi copro la testa.
Se non posso contrattaccare, devo almeno deviare i suoi colpi dall'unico punto che sia rimasto ancora vulnerabile.
Se mi colpisse lì, sarei finito.
Il mio senso del dolore ormai è annebbiato, e presto anche la mia vista svanirà.
L'unico dolore che il mio cervello può ancora sentire chiaramente, è l'invasione che scorre dal mio braccio sinistro al corpo.
I suoi pugni insanguinati continuano a colpire, e di conseguenza--
tutto diviene bianco.
La mia vista e la mia mente si coprono di bianco per essere salvate.
Ora come ora, anche pensare fa male.
Mentre il mio corpo viene distrutto, le spade al suo interno vengono create per mantenerlo in vita.
In cambio, la mia anima viene raschiata via.
Non so chi dei due morirà prima.

“---Guh...! F...”

Le ossa nelle sue braccia sono distrutte. I suoi pugni sono distrutti.
Sul suo viso per la prima volta appare una smorfia.
Ma trattiene il dolore, e i colpi continuano ad arrivare.
Posso approfittarne.
Li devio e scaglio il mio pugno destro.
Viene respinto.
Un fulmine distrugge le costole sulla mia destra.
Resisto alle spade che mi trafiggono il cervello e scaglio un altro colpo.
Posso ancora muovermi.
Posso ancora muovermi, non posso muovermi, questo è l'ul---

“-----Ah”

“Ah-----”

Quello faceva male.
Il mio corpo non dovrebbe più sentire dolore, eppure sta per piangere per questo.
Scaraventato via, mi schianto contro una pila di rocce crollate.

“Ah-----”

“Ah”

Non posso. Non posso alzarmi.
Se il colpo stesso è tanto doloroso, la sofferenza per curarlo sarebbe oltre ogni immaginazione.
Impazzirò.
Brucerò, incapace di sostenere un dolore simile.
Ma se mi addormentassi prima---
Se chiudessi gli occhi, solo per un attimo...

“Dunque, è finita.
Questo, è il colpo di grazia che pone fine alla tua vita di sofferenza---”

Il nemico si avvicina camminando.
Non può più neanche correre.
Il prossimo minuto, potrebbe essere tutto finito...
Allora...
'Sakura'

“...”

'Sakura' - “Devi tornare. Lei non può vivere senza di te.”

“...”

'Sakura. Tohsaka.'

“...”

'Rider. Archer. Ilya. Saber. Mitsuzuri. Shinji. Taiga.'

“...!”

No.
Non posso dimenticarli.
Cosa?
Cosa ho giurato di proteggere?
Voglio poter abbracciare di nuovo Sakura.
Voglio poter imparare la magia da Tohsaka.
Voglio poter vedere ancora i magnifici occhi di Rider, dovessi restare impietrito.
Voglio onorare la memoria di un grande uomo.
Voglio che Ilya possa trovare la felicità in una vita che fnora l'è stata ingiusta.
Voglio che la spada di Saber non abbia combattuto invano.
Voglio tornare a praticare tiro con l'arco al fianco di Mitsuzuri.
Voglio dimostrare che Shinji non meritava la morte.
Voglio essere ancora colpito dalla shinai di Fujimura-sensei.

'Kiritsugu'

Voglio che il sogno di mio padre venga realizzato.

Quel che ho perso in cambio.

Per questo.
Per questo.
Per questo.
Per ciò che ho lottato finora.
“ALZATI!”
Mi alzo in piedi.
I miei occhi non vedono. Le mie orecchie non sentono. Le mie percezioni non esistono.
Io non esisto.
C'è SOLO il mio BERSAGLIO.
Il mio NEMICO.
E' il mio corpo a vederlo.
E' la mia mano a muoversi.
Sono le mie gambe a spingerla in avanti.
Lui non ha un bersaglio. Lui sta solo prolungando il suo misero modo di vivere.
Ma io ce l'ho.
Ho un'obbiettivo da raggiungere.
E lo FARO'.
Il bersaglio.
La freccia l'ha già raggiunto.
Il bersaglio è già stato colpito nella mia mente.
La sua distruzione deve solo essere proiettata nella realtà.
Tale è l'Unlimited Blade Works.

“TRACE---”

Emiya Shirou avanza.

“---ON!!!”

La realtà.
La realtà si illumina di bianco.
Quando ai miei occhi torna la luce, Kotomine Kirei non esiste più.
Il mio braccio ha trapassato il suo petto.
Dalle sue labbra esce sangue.
Il nostro contatto dura eternità.
Quando ritraggo il braccio destro, ricoperto di sangue, il corpo di Kotomine barcolla.
Neanche le mie gambe reggono.
Cado in ginocchio, pochi passi indietro.
La scena è surreale.
Mi sto inginocchiando al cospetto di un cadavere.
Lo sguardo di Kotomine sale dal terreno, su, ai miei occhi.
Eppure, nel suo petto... io riesco a vedere oltre il suo petto.
Lui è morto. Deve esserlo.

“Emiya Shirou--”

I suoi occhi si vuotano.
I miei occhi vacillano.

“---è tardi.”

L'ombra dietro di lui si agita.
La stessa ombra che legava Sakura,
ora si unisce al cadavere davanti ai miei occhi,
dalle sue spalle, lo avvolge, lo ricopre, prende consistenza fisica.
Ed io, non posso far altro che guardare,
con occhi smarriti, la bocca socchiusa per riottenere l'aria.
“E' tardi” - sta nascendo.

“---ho... perso...?”

Last Interlude.

Quando riapro gli occhi, sono in un'altro posto.
L'odore di morte mi riempie le narici, quest'aria è familiare; non importa quanto sia venefica, l'impulso di respirare a pieni polmoni è troppo forte.
Sospirando, metto a fuoco le cime degli alberi davanti a me.
Sono sdraiata, su dell'erba bagnata, forse del muschio.

“---ah.”

No.
Ad essere umido non è il terreno, ma la mia maglia, coperta di sangue.

“Ah--”

Respiro. Ancora. Non sono morta.
Guardo il mio braccio sinistro-
il bagliore flebile ed etereo del Sigillo Magico sull'avambraccio sembra volermi rispondere.
“Papà. Mi hai salvata ancora, eh?”
Però-- qualcosa mi martella nella testa.
Un suono lontano, assorbito da quest'aria pesante...
No. E' vicino.
Mi colpisce in testa come una martellata, quando mi sveglio del tutto.

“Lasciami andare! Dobbiamo, devo tornare lì! Lasciami!”

Almeno il Servant in nero fa silenzio.
Sakura. E' vestita solo di una giacca coperta di sangue – quella di Shirou, si direbbe.
Però
è lei.
E' tornata. Sta bene.

“Ce l'abbiamo fatta allora... o ce l'hai fatta?”

Bisbiglio tra me e me – ma il Servant nero se ne accorge.
Mi guarda per un secondo e – sta... sorridendo? Un sorriso di sollievo? Rider?

“Ma scherziamo... altro che magia... qui il mago sei tu, Shirou...”

.

Ehi.
Aspetta.
Scatto a sedere

“Dov'è Emiya?!”

Sakura si volta di scatto.
I suoi occhi sono pieni di lacrime, e quando corre ad abbracciarmi, ne scendono ancora copiose.
Si stringe a me, per terra, affonda il viso nel mio petto, piangendo disperatamente.

“Sorellona... sei viva...”

“--Eh...? Certo che sì! Non mi faccio ammazzare tanto facilmente!”

No, no, non è di me che posso preoccuparmi ora.

“Dov'è Emiya?”

Gli occhi di Sakura tornano languidi

“Il Sempai è... è ancora dentro!”

“Eh......?”

Che diavolo aspetta quello stupido ad uscire!?

“Vuole distruggerlo.”

E' il Servant nero a rivolgermi la parola, dritta davanti all'entrata della caverna.

“Il Graal, con Angra Manyu. Non gli permetterà di nascere.”

“!!”

Quello stupido. Non può farlo nelle sue condizioni. Non può uccidersi ora. Per Sakura, e, e...

“Dobbiamo andare a prenderlo! Lui è ferito, rischia, rischia di...”

Le parole di Sakura sono rotte dal pianto, il cui suono acuto, con l'odore del sangue addosso a me, addosso a Sakura, mi perforano il cranio.
Cerco di ragionare a mente lucida.

“Rider. Ce la farà ad uscire, se pure dovesse riuscire a distruggere il Graal?”

Il Servant in nero esita.
Dietro la maschera di metallo, si celano occhi speranzosi. Lo sento.
Ma la realtà è un'altra.

“...no. Non lo so. Era messo molto male. Credo che sia al limite---”

Nella foresta torna il silenzio. Sakura guarda Rider, e poi me. I suoi occhi non hanno appigli.
Dannazione, Shirou, dannazione. Non posso lasciarti andare così.
Con un'altra boccata dell'aria putrefatta, spazzo via l'esitazione.

“Al diavolo lui e le sue manie da eroe. Torniamo dentro e andiamo a prenderlo, quell'idiota!”

Mentre parlo, sento gli occhi riempirsi di lacrime. No, non voglio – le cancello con le maniche insanguinate.

“Rider...?”

Il Servant nero sembra essere congelato.

“Noi... potremmo non uscire di nuovo da lì. Mi spaice, ma...”

Sospira.
Non c'è bisogno che l'ammetta.
E' al limite. E' stremata. Anche lei.
L'unica che sembra ancora capace di correre è Sakura.

“...”

No, non se ne parla.
In tal caso--

“--andrò io.”

Devo solo riuscire a tenermi in piedi--
Intanto mi alzo appoggiandomi ad un'albero.
Devo solo-- solo--
perché, perché le mie gambe non intendono collaborare?
Il Sigillo Magico sull'avambraccio freme.
Lo fisso con apprensione.

“Capisco. In fondo non sei onnipotente--”

“Ah...!”

Sakura sussulta.
Rider ha portato entrambe le mani al petto, e trema in modo quasi convulso.

“Rider!”

“Non ti avvicinare!”

Fermo Sakura prima che il suo animo gentile la spinga a farsi ancora del male.
Rider cade in ginocchio.

“No! No... Rider sta... sta...”

“No, Sakura, calmati. Non è ancora giunta la sua ora, Rider è un Servant resistente.
Quella è... una reazione di risonanza.”

Attorno a Rider la magia si altera e si condensa in un turbinio di filamenti neri e bianchi, affilate lame di energia magica.

“...ha...?”

“Succede quando viene evocato un Servant nelle vicinanze, anche se... questa reazione è totalmente fuori scala. Il ritorno e la sincronizzazione degli spazi di fase sta materializzando la magia stessa...
Una reazione simile... può significare solo che... è stato evocato un Servant di... una potenza mostruosa...”

Quando mi rendo conto di cosa sta succedendo, le parole faticano ad uscirmi dalla bocca, Sakura mi fissa con occhi vuoti

“---sta nascendo.”


[[[La prima parte termina qui, il mondo ricomincia nella prossima.]]]

Tsuzuku--

Sigla----


Nel prossimo episodio:

Angra Manyu è un Servant privo di forma, un'ombra che si amalgama ai desideri e all'animo del suo Master, un potere oscuro e infinito, un potere assoluto e illimitato.
Una maledizione.
O come Kirei ha detto, un messaggero di Dio.
Senz'altro l'Angelo dell'Apocalisse.

“So as We pray--

Qui il mondo finisce e inizia.
Qui Emiya Shirou nasce e svanisce.
L'unica cosa che viene forgiata adesso è il Destino stesso.

“UNLIMITED BLADE WORKS! “
 
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MsZ 006
view post Posted on 18/2/2010, 15:26     +1   -1




Basta, piango X...
 
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view post Posted on 20/2/2010, 13:26     +1   -1
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Mi ero ripromesso di leggere, ma mi era uscito di mente. Scusami. Quando ho tempo lo leggo e te lo commento..
 
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view post Posted on 23/2/2010, 13:51     +1   -1
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io devo prima informarmi sulla storia XD Non ho ancora avuto tempo di giocare alla novel T__T
 
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MsZ 006
view post Posted on 25/2/2010, 13:17     +1   -1




XDDD
Grazie ragazzi, siete i migliori
 
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view post Posted on 25/2/2010, 16:23     +1   -1
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LETTO!!! (finalmente, dopo un sacco di tempo, ho potuto leggermelo!)
SPLENDIDO! Complimenti!
 
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tamal
view post Posted on 27/2/2010, 23:23     +1   -1




Letto, mi è piaciuto, intendi fare anche il pezzo successivo?
 
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MsZ 006
view post Posted on 4/3/2010, 13:16     +1   -1




Lo sto scrivendo ora ora ^^

Ho solo paura di fare qualcosa di scontato... mah, si vedrà :P
 
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7 replies since 14/1/2010, 14:15   198 views
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